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Salve visitatore, benvenuto presso il secondo punto del percorso architettura, il palazzo Benintende.
CENNI STORICI
Il barone Filippo
Benintende, personaggio di rilievo nella storia della città nella prima metà
del XIX secolo, incarica l’arch. Giuseppe Di Bartolo di riqualificare la sua
proprietà, costituita da un gruppo di case edificate in precedenza, prestando
una particolare attenzione alla progettazione della facciata principale. L’edificio
fu costruito nella prima metà dell’Ottocento. Dopo la morte del barone, gli
eredi affittano l’edificio al comune e viene adibito ad uffici (ufficio tecnico
erariale) ed in un secondo momento diventa Istituto tecnico femminile.
Solamente in seguito venne venduto in vari appartamenti e negozi. Il primo piano, acquistato dal Notaio Pompeo Grasso nel
1967 divenne studio notarile, il quale fu inaugurato nel 1970.
ARCHITETTURA
L'edificio Ubicato nel quartiere San Rocco, ha conservato inalterato il volume originario. Ricordiamo che i nobili del tempo possedevano una serie di case, casupole aggregate tra di loro e nel momento in cui le loro condizioni economiche lo permettevano, lasciavano la struttura interna invariata e a volte, come nel caso del Palazzo Benintende anche il retro, e ristrutturavano facendo applicare una facciata principale importante.
Possiamo infatti vedere come questa sia solo una facciata applicata all'aggregato di case esistenti, guardando lateralmente l'edificio o soffermandoci sull'ultima porte del prospetto sul lato destro dove si nota chiaramente che l'ultima parte nonostante facesse parte dell'originario aggregato di case, venne escluso perchè composto da solo due elevazioni e non avrebbe permesso di mantenere la linearità della nuova facciata, andando a far perdere la simmetria rispetto al portale di ingresso. Notiamo anche che non si tratta di un vero e proprio palazzo, perchè il portale di ingresso venne costruito in quello che era un passaggio, una strada che collegava l'antica via Fondaci, oggi Corso Vittorio Emanuele II, con via Consultore Benintendi, oggi della "galleria".
Andando sulla Via Consultore Benintende vediamo ancora l’assetto delle case, la galleria d’ingresso originariamente una strada, inglobata e chiusa con la realizzazione del prospetto. Anche in alcuni piani i balconi del prospetto non sono allineati con gli interni, che risultano piu bassi o piu alti rispetto al piano del balcone.
La struttura muraria della parte ovest è stata danneggiata da schegge di granata, nell’ultima guerra, ancora visibili sul prospetto principale. La struttura si presenta a blocco rettangolare a tre elevazioni, con ambienti interni comunicanti. La facciata, in stile neoclassico, riprende lo schema compositivo adottato dal Di Bartolo nel palazzo Sillitti-Bordonaro. Entrambi gli edifici presentano un prospetto di notevole dimensione e di altezza proporzionale, cosi da rendere necessaria la partizione tanto verticale quanto orizzontale. ll piano terra e il piano ammezzato sono inclusi in un basamento in pietra da taglio locale, ad effetto bugnato, in cui si apre un portone centrale, vediamo in altro al portone in ferro battuto le iniziali del nome e cognome del barone, ad arco a tutto sesto. Il primo piano è composto da mezze colonne ioniche e corinzie nella parte centrale e lateralmente da paraste. Nella parte centrale del secondo livello la facciata è modulata da archi a tutto sesto e nelle parti laterali, è ritmata dall’alternanza di aperture, sormontate da frontoni triangolari e nicchie. Le aperture con frontoni centinati dei partiti laterali del terzo livello si alternano ad elementi decorativi; nel partito centrale le aperture presentano frontoni triangolari, sostenuti da beccatelli. L’androne si estende per tutta la lunghezza del fabbricato, permettendo l’accesso attraverso un ingresso secondario dalla via Consultore Benintende. Le pareti e la volta sono scandite rispettivamente da lesene binate su basamento e fasce; l’accesso allo scalone, rivestito in marmo rosso di Verona, è sottolineato da lunette. Alcuni vani del piano primo, definiti da volte, presentano fregi decorativi e specchiature affrescate con scene paesaggistiche. Nella prima stanza affrescata riconosciamo vari paesaggi siciliani, come Caltanissetta, Falconara, Catania, Acicastello etc.
Nella stanza a
seguire abbiamo anche li degli affreschi che rappresentano paesaggi rurali, i
quali potrebbero essere di fantasia, perchè in quel periodo storico era usuale
la riproduzione di paesaggi non realmente esistenti.
In una delle stanza abbiamo la presenza di quella che probabilmente era una cappella e lo si vede dalla volta di colore blu con al centro la colomba che simboleggia lo spirito santo e i simboli tipici del cristianesimo come il cuore di Gesù in uno degli angoli.
Nell’altra stanza abbiamo appeso alla parete il ritratto del barone.
Nel 1862 Garibaldi fu ospite della famiglia Benintende e dal balcone
centrale di quella casa aveva salutato la folla che entusiasticamente lo applaudiva.
Nella circostanza, il prefetto accolse “l’eroe dei due mondi” con ogni riguardo e
organizzò per lui anche un sontuoso banchetto.
CURIOSITA’ STORICHE
Guardando fuori dal balcone, possiamo raccontare un accaduto storico curioso. Ignazio Testasecca, (che abitava nel palazzo di fronte) prima di diventare conte, voleva prendere in sposa la figlia del barone Benintende, il quale non volle perchè in quel tempo i matrimoni avvenivano tra famiglie nobiliari. Ignazio Testasecca che non era ancora nobile, ma più ricco del barone, decise di sottolineare questo aspetto ed un giorno fece sfilare sotto casa del Benintende tutte le sue mandrie.
Durante gli anni l'apertura di locali commerciali al pian terreno ha stravolto l'originaria struttura della residenza baronale. Alla fine degli anni Novanta il palazzo si è anche svuotato di residenti e di fatto è stato utilizzato solo da qualche inquilino e soprattutto dallo studio notarile del Notaio Grasso al quale va dato merito di avere tutelato il prestigioso immobile nel corso degli anni. Con l'arrivo di nuovi proprietari che hanno rilevato le unità immobiliari più consistenti oggi il palazzo è tornato al suo vecchio splendore grazie ad un impegno di tutti i condomini.
Adesso potrai dirigerti verso il terzo punto del percorso architettura, il palazzo Giordano. Buona visita!
Foto di Attilio Scimone
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