Liceo Classico "R.Settimo" - Luigi Russo

Il liceo classico “Ruggero Settimo” di Caltanissetta, istituito nel 1863 come liceo ginnasiale governativo (in sostituzione del liceo classico provvisorio attivato nell’anno precedente, e che prendeva il posto del liceo gesuitico), è uno dei più antichi licei della Sicilia. Solo nel 1966 fu trasferito nell’attuale sede, qui in via Rosso di San Secondo. Nel corso degli anni, il liceo ha avuto, tra docenti e alunni, numerose figure di spicco nel panorama nazionale, tra cui l’autore nisseno Luigi Russo. Nato a Delia nel 1892, Russo frequentò il "Ruggero Settimo", contribuendo a rendere la nostra città un luogo propulsore della letteratura verghiana. Storico e critico letterario del Novecento, fu infatti anche autore della prima monografia su Verga.

Russo si laureò in Lettere presso l’Università di Pisa, dedicandosi in particolar modo alla filologia; successivamente fu nominato direttore della Scuola Normale. Nonostante abbia trascorso diversi anni lontano dalla sua patria, non smise di renderle omaggio, facendone sede, nell’ottobre del 1992, di un importante convegno in cui sviluppò la sua idea di letteratura a confronto, a partire dai propri studi verghiani. Studioso dei principali classici italiani e seguace delle teorie crociane, non è un caso che abbia approfondito soprattutto autori come Alessandro Manzoni e Niccolò Machiavelli: sviluppò il suo storicismo in relazione ad essi; ridefinì la nozione di poetica come cerniera tra poesia e non-poesia e la applicò alla letteratura di altri autori italiani. L’autore nisseno attaccavala letterarietà in nome della concezione del "poeta primitivo", tenendo conto del suo contesto culturale, individuale e sociale.

Partecipò alla Prima Guerra Mondiale, mostrando un ingenuo entusiasmo per quei valori patriottici che si proponevano di completare l'unificazione territoriale italiana. Nell'immediato Dopoguerra assunse la cattedra di Italiano e Latino presso la Scuola militare Nunziatella di Napoli, nel 1925 ottenne la cattedra di letteratura italiana presso la facoltà di magistero di Firenze e nel 1934 presso la facoltà di Lettere di Pisa.

Nel 1946 fondò Belfagor,una rivista che si occupava di storia, politica, critica, filologia e arti figurative, per mezzo della quale polemizzavacon le figure politiche ed intellettuali del tempo, ponendosi  sempre in difesa della cultura libera. Laico e repubblicano, Luigi Russo non si limitò a teorizzare i propri ideali nei suoi testi, ma partecipò attivamente alla vita politica, iscrivendosi prima al Partito d'Azione di Piero Calamandreie dopo al Partito Repubblicano Italiano di Randolfo Pacciardi e Ugo La Malfa: in entrambi i casi ne uscì aspramente. Egli, infatti, non accettò mai il clima politico di monopolio democristiano, ragion per cui, nel 1948, si candidòalle elezioni politiche come indipendente nelle liste del Fronte Popolare (PCI-PSI), in Sicilia. Fu questo il motivo per cui l'allora Ministro dell'Istruzione, il democristiano Guido Gonella, non lo confermò quale direttore della Scuola Normale di Pisa.

Luigi Russo lasciò un’impronta vivissima nella provincia nissena, ed anche dopo la sua morte, avvenuta a Lucca nel 1961, viene spesso ricordato attraverso commoventi e preziose iniziative ad opera del Comune di Delia. Il professore Antonio Vitellaro lo ha ricordato nel 2011, durante la commemorazione organizzata in occasione del cinquantesimo anniversario della morte dell’autore, definendo il suo Storicismo come una «fede viva, polemica, operosa. […] un credo politico che implica il diritto e il dovere di parteggiare”. Una novità letteraria quella avanzata dal Russo, che ha giocato un importante ruolo anche nel panorama politico siciliano dell’epoca.

“Il proprio della Sua critica fu l’inscindibile correlazione di esigenza di comprensione del senso e del valore delle opere letterarie e di sollecitazioni etiche ed ideologico-politiche. Un nesso in cui il moralista e il polemista non sono da meno del critico”[1].



[1] N. Mineo, “Un grande intellettuale siciliano”, in L. Russo. Un’idea di letteratura a confronto. Sciascia, Caltanissetta, 1997.



 

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