La casa di Pier Maria Rosso di San Secondo

Alzando lo sguardo alle mura di questa palazzina, possiamo vedere affissa un’epigrafe marmorea commemorativa dedicata allo scrittore, drammaturgo e giornalista nisseno Pier Maria Rosso di San Secondo (Caltanissetta, 1887 – Camaiore, 1956). La targa, voluta dal Comune di Caltanissetta, venne installata in occasione del trasferimento della salma dell’autore presso il Cimitero Comunale nisseno.

Al primo piano dell’edificio, in quella che oggi è via Lincoln, ma che allora era nominata via Santa Lucia, al civico n° 22, abitava infatti la famiglia Rosso, nobili dei conti di San Secondo. Pier Maria Rosso frequentò il liceo classico “Ruggero Settimo” di Caltanissetta; successivamente, nel 1905, si trasferì a Roma, città in cui si iscrisse presso la facoltà di Giurisprudenza e si laureò quattro anni dopo.

La sua carriera letteraria iniziò con la pubblicazione, nel 1911, delle “Sintesi”, che fondono narrazione e drammaturgia, raccontando vicende umane tipiche della società siciliana dell’epoca. A tal proposito, sebbene la sua produzione letteraria e teatrale sia vastissima, tra le sue opere più importanti si ricorda “Marionette, che passione!” (1917), che può essere citata come esempio della sua visione pessimista relativamente al rapporto tra l'uomo e la società, in cui i personaggi si mostrano spesso segnati dalla solitudine, mentre oscillano tra le passioni e la razionalità. Rosso si fece, così, testimone della realtà nella quale viveva, in cui il divario tra le condizioni del nord e quelle del sud, già allora aveva ripercussioni non solo economiche, ma anche psicologiche e sociali. Si tratta di un’opera drammatica, grottesca, che alcuni definirono legata al pirandellismo. Lo stesso Luigi Pirandello, si dimostrò interessato alle opere di Rosso, al suo lirismo, seppur alcuni – come Gaetano Savatteri – hanno sostenuto che la grandezza di Rosso di San Secondo sia stata messa in ombra proprio dall’autore agrigentino. Tuttavia, anche grazie all’insistenza di quest’ultimo, venne rappresentata a Milano la pièce teatrale Marionette, che passione!, i cui personaggi vagavano nella stessa città desolata, ancora sconvolta dalla Grande Guerra.

In seguito al grande successo di “Marionette, che passione!”, Rosso di San Secondo scrisse altre opere teatrali, fra cui “La bella addormentata” (1919), “L'ospite desiderato” (1921), “Tra vestiti che ballano” (1927), “Il ratto di Proserpina” (1954). Scrisse anche testi di narrativa, come le novelle della raccolta “Ponentino” (1916) e il romanzo “La fuga” (1917).

Ne “Lo spirito della morte” (1929) si percepiscono echi del teatro europeo che rimandano a Ibsen, Kaiser, Weininger e, chiaramente, a Pirandello.

Ricevette, nel 1934, il "premio Mussolini" per la letteratura dell'Accademia d'Italia (su proposta di Pirandello), e collaborò alla sceneggiatura di alcune pellicole.

La casa editrice Salvatore Sciascia di Caltanissetta, con il patrocinio del Comune, pubblicò l'opera omnia di diciotto romanzi assemblati in sedici volumi e sei raccolte di novelle del romanziere.

Intorno agli anni Trenta, Rosso si ammalò di un male progressivo, che lo portò alla paralisi. La somma vinta insieme al premio Mussolini, gli permise di acquistare una villa a Lido di Camaiore, dove si trasferì nel 1936, insieme alla moglie Inge Reichlin. Colpito da una profonda depressione, Pier Maria si chiuse dimenticato a Camaiore, accudito dalla moglie fino al giorno della sua dipartita.

Oggi, la fortuna di questo autore riemerge insieme alla volontà novecentesca di dar voce ad un popolo, italiano, siciliano o nisseno che sia. Quel bisogno di dar voce a quelle passioni e a quella razionalità che non hanno mai smesso di volteggiare, ora congiunte, ora disgiunte, riecheggia dalle pagine rossiane, preziosa ricchezza del patrimonio nisseno.

Sei forse Dio tu, perché voglia sottrarti alla legge? […] Non è obbrobrio!... Persuaditi… È la sorte compassionevole di tutti”.

 (Da “Il delirio dell’oste Bassà”)

 

Audioguida

Clicca per ascoltare l'audioguida del luogo in cui ti trovi